Decarbonizzazione in Italia, il ruolo chiave delle bioenergie

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Le bioenergie rappresentano un’opportunità significativa nel percorso di decarbonizzazione dell’Italia, ma la loro adozione deve avvenire seguendo rigidi criteri di sostenibilità. Questo è il punto centrale del report “Il ruolo delle bioenergie nella strategia di decarbonizzazione nazionale”, realizzato da Domenico Gaudioso per il WWF Italia. Lo studio esplora le potenzialità delle bioenergie, ossia tecnologie che producono energia o carburanti a partire da biomasse organiche come piante o animali, e le inquadra nelle strategie italiane ed europee per ridurre le emissioni di gas serra.

Secondo i principali enti internazionali sul clima ed energia, tra cui l’IPCC e l’IRENA, le bioenergie potrebbero contribuire alla neutralità climatica globale, ma i rischi di un uso improprio sono molteplici. Tra questi figurano l’impatto sugli ecosistemi, il consumo di risorse idriche, il rischio di deforestazione e la competizione con le terre destinate alla produzione alimentare. In particolare, la produzione su scala industriale, associata all’espansione di monocolture, potrebbe amplificare tali effetti negativi.

Bioenergie promettenti per il settore dei trasporti e le industrie energivore

Il report sottolinea che le bioenergie non possono sostituire completamente i combustibili fossili in ogni settore. Per i trasporti su strada, ad esempio, il passaggio ai veicoli elettrici è considerato l’unica strada percorribile per raggiungere una profonda decarbonizzazione entro i tempi stabiliti dagli accordi di Parigi. Tuttavia, le bioenergie possono essere cruciali in quei settori dove non esistono alternative low-carbon disponibili, come le industrie energivore di chimica, cemento, acciaio e vetro, e nei trasporti marittimi e aerei.

Nel contesto italiano, l’uso di biomasse e biogas per scopi energetici è aumentato in modo costante dagli anni ‘90, raggiungendo 11,2 Mtep nel 2021. La produzione di biometano da biomasse residue agricole, allevamenti, industria agroalimentare e frazione organica dei rifiuti potrebbe raggiungere i 3 miliardi di metri cubi entro il 2030, senza impatti rilevanti sull’ambiente. Tuttavia, l’uso di colture dedicate potrebbe rappresentare una grave minaccia per la disponibilità idrica, l’erosione del suolo e il degrado dei territori.

L’importanza di una governance efficace

Affinché le bioenergie possano contribuire realmente alla decarbonizzazione, è essenziale garantire una governance solida e un sistema di monitoraggio dei dati affidabile. Il report del WWF evidenzia la necessità di raccogliere statistiche precise sui consumi di biomasse e biogas, che risultano fondamentali per l’attuazione delle normative europee, come la direttiva ETS e il regolamento Effort Sharing. Serve anche una revisione degli incentivi, oggi orientati principalmente all’uso di biometano nel settore dei trasporti, e un coordinamento attivo tra Ministero dell’Ambiente, Ministero dell’Agricoltura, ISPRA, CREA e ISTAT per sviluppare strategie integrate.

Bioenergie sostenibili, ma in un’ottica di riduzione

Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, ha commentato: “I maggiori ostacoli alla transizione energetica giusta sono l’assenza di una vera governance e l’incapacità di avere una visione generale e sottrarsi all’influenza degli interessi particolari. Le bioenergie possono essere sostenibili, cioè derivanti davvero da residui e certificate, ma in quantità molto inferiori a quelle di cui si favoleggia, e comunque mai vicine a usi massicci come quelli della mobilità su ruote o della sostituzione del metano per edifici e servizi”.

“Noi oggi le stiamo sprecando o, meglio, le stiamo usando per ritardare l’elettrificazione dei trasporti e dell’uso domestico del gas: invece occorre pianificarne da subito l’utilizzo nei settori energivori e nel trasporto marittimo e aereo. Se continueremo a perseguire obiettivi impossibili, a rimetterci saranno non solo la biodiversità e le foreste, e già questo è un pericolo enorme: ci rimetterebbe anche l’economia del Paese, condannata sempre a rincorrere la transizione energetica, senza mai diventarne protagonista”.

Bioenergie e transizione energetica, la necessità di una pianificazione consapevole

Le bioenergie offrono soluzioni interessanti per settori strategici, ma non possono essere considerate una panacea. Il loro utilizzo richiede una pianificazione che concili sostenibilità, protezione ambientale e necessità energetiche. Investimenti mirati, incentivi corretti e un monitoraggio continuo possono rendere le bioenergie un alleato affidabile per il raggiungimento degli obiettivi climatici, evitando al tempo stesso impatti negativi sugli ecosistemi e sull’economia italiana.

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