Il Gruppo Iren inaugura il primo impianto per il recupero di metalli preziosi in Europa

metalli preziosi

Il Gruppo Iren ha presentato in Toscana il primo impianto europeo per il trattamento delle schede elettroniche provenienti dai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Questa nuova struttura rappresenta un punto di svolta per l’economia circolare. Permette di recuperare metalli preziosi e materie prime critiche in modo sostenibile e a basso impatto ambientale.

L’evento inaugurale si è tenuto alla presenza di figure istituzionali di spicco, tra cui il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e rappresentanti del Gruppo Iren, come il Presidente Luca Dal Fabbro.

Caratteristiche tecniche dell’impianto

L’impianto si estende su una superficie di circa 2.400 mq. Utilizza tecnologie avanzate di disassemblaggio meccanico e trattamento idrometallurgico per estrarre metalli preziosi come oro, argento, palladio e rame. Ogni anno, sarà in grado di trattare oltre 300 tonnellate di schede elettroniche, recuperando circa 200 kg di metalli preziosi e 57 tonnellate di rame.

Questa innovazione riduce la dipendenza dall’esportazione dei rifiuti elettronici, dato che oltre il 90% delle schede recuperate in Italia viene attualmente inviato all’estero. Inoltre, i materiali estratti dall’impianto saranno tracciati e certificati tramite blockchain, garantendo trasparenza e qualità nella catena di fornitura.

Impatti positivi sull’ambiente e sul territorio

Il processo implementato dall’impianto rappresenta un caso studio per la transizione ecologica. Consente di ridurre il consumo energetico e diminuire le emissioni di CO2 di almeno tre volte rispetto ai metodi tradizionali di estrazione. Non sono previsti scarichi idrici: l’acqua utilizzata verrà trattata e riutilizzata, mentre le emissioni in atmosfera saranno costantemente monitorate e depurate.

Il sito favorirà sinergie con il distretto orafo aretino, uno dei più importanti in Italia, che potrà utilizzare direttamente i metalli recuperati senza ulteriori lavorazioni. Questo rafforza l’impegno del Gruppo Iren per uno sviluppo economico locale sostenibile, generando valore per il territorio e contribuendo all’occupazione.

Il recupero dei metalli preziosi come paradigma circolare

“Con questo impianto di recupero di metalli preziosi, il Gruppo Iren introduce in Italia un nuovo paradigma di sostenibilità che siamo convinti possa aiutare il nostro Paese a ritagliarsi un ruolo di indipendenza e competitività nel panorama internazionale”, ha dichiarato Luca Dal Fabbro. “Questo traguardo, raggiunto grazie alla vicinanza e supporto degli enti nazionali e locali, risponde agli obiettivi delineati dalla strategia industriale, che individua i suoi pilastri negli investimenti sostenibili e nella creazione di valore per il territorio.

In questo senso, la scelta di puntare su quest’area per un impianto di trattamento dei metalli preziosi permette di valorizzare le specificità del Valdarno e del suo tessuto economico e conferma come la Toscana sia per Iren un territorio strategico dove investire, anche attraverso la realizzazione di impianti innovativi come questo. Va ricordato infatti come lo sviluppo dell’economia circolare sia il perno del percorso di transizione ecologica nazionale. Iren, con il proprio impegno nella ricerca sulle materie prime critiche profuso attraverso la realizzazione di studi e l’hub RigeneRARE, diventa sempre più protagonista in questa sfida”.

Il funzionamento del processo di riciclo

La struttura opera in due fasi principali. Nella prima, le schede elettroniche vengono separate termo-meccanicamente: riscaldate fino a 220 °C, vengono disassemblate e triturate per isolare i componenti. Nella seconda fase, i metalli preziosi vengono estratti attraverso un processo di lisciviazione chimica che utilizza reattori specifici per separare argento, oro, palladio e rame.

Il rame viene ulteriormente purificato tramite elettrolisi, mentre l’argento e l’oro vengono trasformati in lingotti. Questo processo avanzato permette di certificare puntualmente i quantitativi di metalli estratti, superando le metodologie tradizionali impiegate negli impianti di incenerimento.

it_IT