In un mondo in cui lo spreco alimentare rappresenta una delle sfide più urgenti da affrontare, emerge un esempio virtuoso dal cuore dell’Italia meridionale: il Bio-Distretto del Cilento. Questo territorio, noto per la sua bellezza naturale e la tradizione agricola, è al centro di uno studio condotto dal CREA Alimenti e Nutrizione, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Frontiers. I risultati dello studio indicano come il Cilento possa rappresentare un modello efficace nella lotta allo spreco alimentare, grazie a pratiche che promuovono la sostenibilità e il rispetto delle risorse.
Lo studio del CREA Alimenti e Nutrizione ha coinvolto 541 residenti del Bio-Distretto del Cilento, analizzando le loro abitudini alimentari attraverso un questionario nazionale sullo spreco alimentare. L’obiettivo principale era verificare se il modello di sostenibilità adottato nei Bio-Distretti, con particolare riferimento al Cilento, avesse un impatto positivo sulla riduzione degli sprechi alimentari.
I risultati ottenuti sono stati confrontati con dati nazionali precedentemente raccolti dallo stesso Osservatorio CREA sulle eccedenze, recuperi e spreco alimentare nel 2018 e nel 2021. Ciò che emerge è sorprendente: i residenti del Bio-Distretto del Cilento sprecano mediamente 136 grammi di cibo pro capite a settimana, un dato significativamente inferiore rispetto ai 187 grammi del 2018 e ai 204 grammi del 2021 rilevati a livello nazionale. Sebbene i dati non siano perfettamente omogenei, essi evidenziano una tendenza chiara: la comunità cilentana ha adottato pratiche di consumo che riducono notevolmente lo spreco alimentare.
Il ruolo del bio-distretto del Cilento: consumo consapevole
Il Bio-Distretto del Cilento non è solo un luogo geografico, ma rappresenta un esempio significativo di tutela del territorio, dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e autorità pubbliche collaborano per promuovere l’utilizzo sostenibile delle risorse locali. In questo contesto, la produzione e il consumo biologico sono centrali, con un forte legame tra produttori e consumatori che contribuisce a una gestione più efficiente della spesa alimentare.
Una delle caratteristiche distintive del Cilento è la spiccata attitudine degli abitanti ad evitare l’accumulo eccessivo di cibo in casa. Questo comportamento è strettamente collegato alla presenza di produttori locali e all’accesso a prodotti stagionali, che incoraggiano acquisti mirati e consapevoli. Il rapporto diretto tra rivenditori e consumatori favorisce un sistema in cui il cibo non è solo un bene di consumo, ma viene riconosciuto per il suo intrinseco valore economico ed etico.
Un modello per ridurre lo spreco
Laura Rossi, dirigente di Ricerca del CREA Alimenti e Nutrizione e coordinatrice dello studio, sottolinea l’importanza del contesto rurale del Bio-Distretto del Cilento nell’interpretazione di questi risultati. Nel Cilento, il cibo è percepito non solo come un bene da consumare, ma come il prodotto di un lavoro faticoso e prezioso. Questa consapevolezza porta a un rispetto maggiore per il cibo, che si traduce in una riduzione dello spreco.
Il questionario utilizzato nello studio si è articolato in diverse sezioni tematiche, esplorando aspetti quali la pianificazione degli acquisti, l’uso degli avanzi, le abilità personali nella prevenzione dello spreco alimentare, e l’attenzione dei genitori verso questo problema. Le risposte fornite dai partecipanti cilentani hanno evidenziato una comunità profondamente coinvolta nel proprio rapporto con il cibo, dove la cucina è vissuta come un piacere e un’opportunità di condivisione.
I risultati di questo studio pongono il Bio-Distretto del Cilento come un esempio da seguire a livello nazionale. Le pratiche adottate in questa regione dimostrano che è possibile ridurre significativamente lo spreco alimentare attraverso l’adozione di comportamenti più consapevoli e sostenibili. Il rapporto diretto tra produttori e consumatori, l’importanza data ai prodotti locali e stagionali, e la cultura del rispetto per il cibo sono elementi chiave che possono essere replicati in altre aree del Paese.
Un nuovo faro di sostenibilità
Lo studio del CREA Alimenti e Nutrizione mette in luce l’importanza di modelli locali come quello del Bio-Distretto del Cilento nella riduzione dello spreco alimentare. Questo territorio, con le sue pratiche sostenibili e il forte legame tra comunità e ambiente, rappresenta un faro di sostenibilità che può ispirare altre regioni a seguire un percorso simile. Ridurre lo spreco alimentare non è solo una questione di responsabilità individuale, ma richiede un impegno collettivo che coinvolga tutti gli attori della filiera alimentare, dalle istituzioni ai consumatori.
Il Cilento ci mostra che un cambiamento è possibile, e che può partire dalle nostre scelte quotidiane e dal modo in cui ci rapportiamo al cibo e al territorio che lo produce. In un momento in cui la lotta allo spreco alimentare è una priorità globale, l’esempio del Cilento offre spunti preziosi per sviluppare politiche e iniziative volte a ridurre gli sprechi su larga scala. Le comunità locali, con le loro tradizioni e pratiche sostenibili, possono svolgere un ruolo cruciale nel promuovere un cambiamento culturale verso un consumo più responsabile e rispettoso delle risorse.