Il Mediterraneo orientale è al centro di un allarmante scenario ambientale, con la scoperta di nuovi depositi di gas e l’avvio del loro sfruttamento offshore. Tuttavia, la recente pubblicazione del rapporto di Greenpeace Italia mette in evidenza i rischi per la biodiversità marina associati a tali attività, sollevando gravi preoccupazioni per la conservazione degli ecosistemi marini.
Impatto del sonar militare sulla biodiversità marina
Il sonar militare utilizzato per proteggere i confini marini e le infrastrutture fossili è identificato come una delle principali minacce per la fauna marina sensibile ai rumori, come gli zifi, una specie di cetaceo già a grave rischio di estinzione nel Mediterraneo. Gli impulsi sonori emessi dal sonar, che raggiungono oltre i 200 decibel, spingono le balene a nuotare per centinaia di miglia, mettendole a rischio di ferite mortali e disorientamento. Le spiagge del Mediterraneo hanno già assistito a spiaggiamenti di massa, con i cetacei trovati morti o moribondi, con le orecchie sanguinanti, a causa dell’uso del sonar durante le esercitazioni militari.
Il gasdotto EastMed e le preoccupazioni per la biodiversità marina sensibile
Il gasdotto EastMed, un progetto candidato per l’inserimento nella lista dei Progetti di Interesse Comune dell’Unione Europea, rappresenta un’ulteriore preoccupazione per la biodiversità marina. Il suo tracciato attraversa diverse aree marine ecologicamente significative, come il canale di Otranto, noto per ospitare il raro corallo bianco e servire da habitat fondamentale per gli zifi, le stenelle striate, le foche monache e le tartarughe caretta. L’impatto negativo sulle specie marine di questa regione potrebbe essere significativo a causa della costruzione del gasdotto.
La spedizione scientifica di Greenpeace Israele e l’importanza della tutela sulla biodiversità marinaa
Il rapporto di Greenpeace Italia arriva a seguito di una rilevante spedizione scientifica condotta da Greenpeace Israele e dall’università di Haifa, che ha esplorato una vasta area di mare inesplorata nella Zona Economica Esclusiva di Israele. Questa zona è destinata a nuove trivellazioni per l’estrazione di gas e petrolio per l’esportazione. La conoscenza approfondita degli impatti di queste attività è essenziale per garantire la tutela del clima, della pace e della biodiversità.
Greenpeace chiede un’impostazione sostenibile per il Mediterraneo orientale
Greenpeace invita l’Italia e l’Europa a non sostenere politicamente o economicamente il gasdotto EastMed e altre infrastrutture fossili proposte nel Mediterraneo orientale. La protezione dell’ambiente marino è una priorità per preservare la biodiversità e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. È fondamentale adottare un approccio sostenibile e cercare alternative energetiche che non mettano a rischio gli ecosistemi marini preziosi del Mediterraneo orientale. Solo attraverso un impegno congiunto e una visione a lungo termine possiamo garantire un futuro sostenibile per questa regione e le sue specie marine uniche.