Carne vegetale, come l’Europa si sta adattando alla transizione

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La transizione verso un’alimentazione più sostenibile non riguarda solo i consumatori, ma coinvolge profondamente anche il settore agricolo. In tutta Europa, gli agricoltori stanno esplorando il potenziale commerciale della carne vegetale, affrontando le sfide legate a questa nuova industria e cercando il supporto necessario per trarre vantaggio da un settore in rapida crescita.

Le iniziative nei vari paesi europei

In diversi paesi europei, sono in corso iniziative che mirano a diversificare le colture agricole tradizionali, offrendo nuove fonti di reddito agli agricoltori. Tra questi, spiccano tre progetti in Regno Unito, Svezia e Paesi Bassi, ognuno con un approccio unico per valorizzare colture sottoutilizzate e adattarle al mercato della carne vegetale.

Regno Unito: i piselli gialli

Nel Regno Unito, l’azienda Novo Farina, fondata da agricoltori e imprenditori, sta puntando sui piselli gialli per sviluppare prodotti plant-based. Questa coltura, che prospera nell’Inghilterra orientale ma è poco coltivata, offre un’opportunità significativa grazie alla sua capacità di fissare l’azoto nel terreno, riducendo così la necessità di fertilizzanti chimici. Il modello di produzione locale di Novo Farina ha già suscitato un notevole interesse tra gli agricoltori britannici, dimostrando il potenziale commerciale della carne vegetale prodotta a livello nazionale.

Svezia: il lupino

In Svezia, Eslam Salah ha introdotto con successo il lupino, un legume proteico comune in Egitto, come base per prodotti plant-based attraverso la sua azienda Lupinta. Collaborando con la cooperativa agricola Lantmännen, Salah ha dimostrato che il lupino può prosperare nel clima nordico, offrendo agli agricoltori svedesi un’opportunità di reddito nei periodi in cui i campi sarebbero altrimenti inattivi. La risposta entusiasta degli agricoltori svedesi testimonia la versatilità e la redditività del lupino.

Paesi Bassi: la fava

Nei Paesi Bassi, la cooperativa Royal Agrifirm Group sta esplorando l’uso della fava, tradizionalmente utilizzata per l’alimentazione animale, come ingrediente per prodotti plant-based. Attraverso il progetto FabaFood, Agrifirm sta collaborando con aziende alimentari e biotecnologiche per sviluppare nuove varietà di fava, aprendo così nuove opportunità di mercato per gli agricoltori olandesi.

Superare gli ostacoli del settore della carne vegetale

Nonostante i progressi, esistono ancora significative sfide che devono essere affrontate per garantire la stabilità e la redditività del settore delle proteine vegetali. Uno degli ostacoli principali è rappresentato dai costi di produzione, che spesso sono più elevati rispetto alle importazioni da paesi come la Cina. Novo Farina, ad esempio, ha dovuto affrontare difficoltà nel competere con i prezzi delle proteine di pisello importate, nonostante la superiore qualità e tracciabilità del prodotto britannico.

Un altro problema è la mancanza di infrastrutture adeguate per la lavorazione delle colture nazionali. In questo contesto, Novo Farina ha sottolineato la necessità di maggiori investimenti governativi per sostenere la produzione locale di proteine vegetali, attraverso incentivi e politiche di appalti che favoriscano l’utilizzo di ingredienti locali.

Il ruolo cruciale dei governi e dell’industria alimentare

Per sbloccare tutto il potenziale della carne vegetale, è essenziale che i governi e l’industria alimentare collaborino strettamente con gli agricoltori. In Europa, paesi come la Danimarca e la Germania stanno già investendo in bonus e sovvenzioni per supportare la coltivazione di proteine vegetali destinate al consumo umano. Allo stesso modo, il Canada sta finanziando progetti per aiutare gli agricoltori a passare dalla coltivazione di mangimi animali a quella di proteine vegetali.

Questi sforzi sono fondamentali per garantire una domanda stabile, prezzi equi e meccanismi di sostegno che permettano agli agricoltori di investire con fiducia nel futuro delle proteine vegetali. Solo con il supporto adeguato da parte dei governi e dell’industria, gli agricoltori europei potranno realmente beneficiare delle opportunità offerte da questo settore emergente.

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