Al via la campagna internazionale di monitoraggio civico OPEN OLYMPICS 2026, promossa da diverse organizzazioni, tra cui Legambiente, Libera e WWF Italia, per garantire trasparenza e rendicontabilità nei Giochi invernali Milano Cortina del 2026.
La campagna internazionale di monitoraggio civico OPEN OLYMPICS 2026 è stata lanciata con l’obiettivo di promuovere la trasparenza e la rendicontabilità nei Giochi invernali Milano Cortina del 2026. Con un costo complessivo di oltre 5 miliardi e 720 milioni di euro per 79 opere, è fondamentale assicurare che le risorse siano utilizzate in modo responsabile e efficiente.
Promossa da un consorzio di 20 organizzazioni, tra cui Legambiente, Libera e WWF Italia, la campagna si propone di coinvolgere sia soggetti nazionali che internazionali, chiedendo la creazione di un portale unico della trasparenza per monitorare l’impatto economico e territoriale dei Giochi. L’obiettivo è garantire che le spese relative all’organizzazione e alla promozione dei Giochi siano accessibili al pubblico e facilmente comprensibili.
Il documento di posizionamento della petizione OPEN OLYMPICS 2026 premette che non è compito della società civile fornire un elenco dettagliato delle opere e dei relativi costi ma grazie all’impegno di varie comunità locali e all’azione di raccolta dati di Luigi Casanova, è stato condotto un primo monitoraggio civico delle opere connesse ai Giochi. Questo primo monitoraggio ha messo in luce le difficoltà nel garantire il diritto di accesso alle informazioni, che costituiscono la base per la richiesta di maggiore trasparenza attorno ai Giochi Milano Cortina 2026. Inoltre, la mancanza di un elenco unico istituzionale e la complessità nel reperimento dei dati sono solo alcuni dei problemi affrontati dalle organizzazioni promotrici.
Più di 5,72 miliardi di euro sono stati destinati per i Giochi, di cui 1,6 miliardi per la loro realizzazione e 4,12 miliardi per le opere accessorie. Tra queste, il 68% del costo è stato assorbito da 45 progetti stradali, con un totale di oltre 2,816 miliardi di euro. In base ai dati economico-territoriali, emerge che la Lombardia è responsabile di circa la metà delle opere (52%) e dei relativi costi (47%). Per quanto riguarda il Veneto, ospita un numero di opere (13) che rappresentano il 16% del totale, ma contribuisce con il 33% dei costi totali. Inoltre, le opere previste nella sola Provincia autonoma di Bolzano sono numericamente superiori a quelle dell’intero Veneto (14 in Alto Adige, 13 in Veneto), sollevando interrogativi sull’impatto ambientale, considerando che la superficie dell’Alto Adige è meno della metà di quella veneta.
“La nostra richiesta di trasparenza non può rimanere inevasa”, afferma la rete di associazioni nel report , sottolineando l’importanza di monitorare attentamente le opere connesse ai Giochi per valutarne adeguatamente l’impatto sulle comunità e sull’ambiente. La campagna mira anche a prevenire l’infiltrazione criminale e a garantire che le risorse non vadano sprecate in inefficienze o corruzione.
Con un forte appello a tutte le parti coinvolte, dalla SIMICO S.p.A al Ministero per lo Sport e i Giovani del Governo Italiano, dal Comitato Olimpico Internazionale al CONI, la campagna OPEN OLYMPICS 2026 chiede un impegno concreto per garantire la trasparenza, l’integrità e la lealtà nella realizzazione delle opere connesse ai Giochi. Solo attraverso un impegno collettivo è possibile assicurare il successo dei Giochi invernali Milano Cortina del 2026 e la salvaguardia del bene comune.