La Commissione Europea accoglie con favore l’accordo provvisorio tra il Parlamento europeo e il Consiglio, sottolineando l’importanza di ridurre le emissioni e migliorare l’efficienza energetica degli edifici dell’Unione Europea (UE). Attualmente, gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico dell’UE, oltre il 50% del consumo di gas e il 36% delle emissioni di gas serra legate all’energia.
La direttiva riveduta sulla prestazione energetica nell’edilizia mira a colmare questa sfida, con l’obiettivo di ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali dell’UE del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. La ristrutturazione degli edifici meno efficienti è fondamentale, poiché si prevede che almeno il 55% della riduzione del consumo energetico primario sarà ottenuto attraverso tali interventi.
Obiettivo -26% di emissioni entro il 2033
Nel contesto del parco immobiliare non residenziale, si prevede una ristrutturazione del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033 per gli edifici con le prestazioni più scadenti. Questo è particolarmente significativo dato che attualmente circa il 75% del parco immobiliare dell’UE è inefficiente dal punto di vista energetico.
Per combattere la povertà energetica, il finanziamento sarà mirato alle ristrutturazioni, con particolare attenzione ai clienti vulnerabili e agli edifici meno efficienti, nei quali vive una percentuale maggiore di famiglie in condizioni di povertà energetica. Attualmente, il tasso medio annuo di ristrutturazione energetica è solo dell’1%, una cifra che la Commissione mira a raddoppiare entro il 2030, come parte della strategia “Ondata di ristrutturazioni” del 2020.
Stop alle caldaie a combustibili fossili entro il 2040
Per quanto riguarda l’eliminazione graduale delle caldaie alimentate a combustibili fossili, dal 1º gennaio 2025 non saranno più concesse sovvenzioni per l’installazione di caldaie autonome alimentate a combustibili fossili. Gli Stati membri dovranno stabilire requisiti per i generatori di calore basati sulle emissioni di gas serra, il tipo di combustibile o la quota minima di energia rinnovabile utilizzata per il riscaldamento. L’obiettivo è giungere alla completa soppressione delle caldaie alimentate a combustibili fossili entro il 2040.
L’accordo promuove anche la mobilità sostenibile, con requisiti più rigorosi per il pre-cablaggio e un aumento dei punti di ricarica per veicoli elettrici negli edifici. Per esempio, saranno necessari più punti di ricarica sia negli edifici residenziali che non residenziali, contribuendo all’obiettivo dell’UE di favorire una mobilità sostenibile.
Edifici nuovi a zero emissioni dal 2030
Per gli edifici nuovi, la direttiva stabilisce zero emissioni come condizione normale. Dal 1º gennaio 2028, tutti gli edifici nuovi di proprietà pubblica, residenziali e non, dovranno presentare zero emissioni di combustibili fossili in loco. Questo requisito si estenderà a tutti gli altri edifici nuovi dal 1º gennaio 2030. L’accordo ora richiede l’approvazione ufficiale del Parlamento europeo e del Consiglio, ma una volta completato l’iter, la nuova norma entrerà in vigore, contribuendo significativamente agli sforzi dell’UE nella lotta al cambiamento climatico e nell’adozione di pratiche edilizie sostenibili.
“Per riuscire nella transizione verde dobbiamo fare in modo che la trasformazione cambi in meglio la vita delle persone: vogliamo aiutarle a migliorare l’efficienza energetica delle loro case, perché siano più confortevoli e più sane. I cittadini qui vincono su tutta la linea: il miglioramento della prestazione energetica degli edifici ridurrà non sono le bollette energetiche ma anche le emissioni di gas serra. L’accordo di oggi bilancia equamente le norme europee, l’attuazione a livello nazionale, l’autonomia individuale e il sostegno finanziario” dichiara Maroš Šefčovič, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, le relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche.
Efficientamento degli edifici fondamentale per la neutralità climatica
“Un’edilizia con prestazioni energetiche più alte è fondamentale per raggiungere gli obiettivi ambiziosi di neutralità climatica che abbiamo fissato e apporterà benefici concreti ai cittadini. Le ristrutturazioni sono investimenti in un futuro migliore: aumenteranno la qualità della vita, permetteranno alla gente di investire i propri risparmi altrove e stimoleranno l’economia. Confido che questo accordo darà il via a un’ondata di ristrutturazioni nel rispetto della diversità del parco immobiliare unionale” afferma Kadri Simson, commissaria per l’Energia.
“In un’Europa climaticamente neutra dobbiamo riuscire a riscaldare e raffrescare le nostre case con emissioni minime. Le tecnologie per farlo ci sono, ma dobbiamo dare una spinta all’incentivo economico delle ristrutturazioni efficienti sotto il profilo energetico. La nuova direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia contribuirà a mobilitare finanziamenti aggiuntivi e a stimolare le catene del valore nel settore edile. Insieme possiamo aiutare i proprietari di abitazioni e le imprese a ristrutturarsi per risparmiare denaro e prepararsi a un futuro a zero emissioni nette” conclude Wopke Hoekstra, Commissioner for Climate Action.